Imprescindibile #1 - Dentro di noi ci sono due lupi
L'anno si è concluso e io sono abbastanza superstizioso da credere che le ultime letture del 2022 siano, in qualche modo, un riassunto dell'anno che ho vissuto.
Storie di meme
Il titolo di questa Imprescindibile viene da uno dei meme preferiti, quello dei due lupi. Ora, spiegare un meme è una cosa idiota, quindi non ve lo spiegherò e vi lascerò sotto un esempio.
I miei due lupi non sono ovviamente questi - almeno credo, ma sono nato nel ‘94, all’inizio dell’era berlusconiana, quindi perché no. Il lupo bianco in me dice “Romanzi” , quello nero, invece, “Qualsiasi cosa sia più spostata verso la non-fiction”. E infatti a dicembre questi due miei lupi hanno, come al solito, litigato.
Dare di matto
A fine novembre mi è capitato di essere ospite di un festival organizzato dalla libreria Macarìa e di aver registrato un podcast. Era la mia prima trasferta ed ero, manco a dirlo, molto emozionato. Mi ha accompagnato la mia agente - anche lei ospite - e ci siamo fatti un weekend a parlare di libri, esordi, scritture varie, e a scoprire com’è Gallipoli d’inverno. L’organizzatore del festival - e uno dei proprietari della libreria - è Andrea Donaera, scrittore, che prima di andarmene mi ha fatto dono della sua ultima opera, “La notte delle ricostruzioni”.
Allora, io detesto sempre dire di che tratta un libro, quindi - come anche un altro che ho letto a dicembre - dirò che il tema è l’ossessione. Per cosa? Per la vita che fu e avrebbe potuto essere. E cosa lascia nel presente? Un individuo lercio, che ha schifo di sé, non si cambia le magliette, e sotto la carne teme e pensa a una ragazza inarrivabile. Ma è anche un testo sul tornare indietro per non essere riconosciuti - sensazione familiare? Mi spiace, vuol dire che avete provato una brutta sofferenza. Una finzione che, mi tocca dirlo, m’ha fatto proprio male in quell’ora in cui ho letto il racconto di Donaera, perché in quei giorni stavo evitando di tornare in Umbria per evitare, insomma, di non essere riconosciuto una volta tornato a casa - casa?
Prima dell’internet, giornali e videocassette comprati di nascosto
Ma la finzione era troppa e quindi, seppure con parsimonia, sono tornato alla non-fiction. Dire che Annette di Marco Malvestio è soltanto un saggio sul porno è riduttivo. Per essere precisi, è un libro su un’ossessione lunga anni e quindi carica d’amore e ricerca. Ma qual è questo oggetto del desiderio? La pornostar Annette Schwartz, donna capace di prodezze indicibili, e che io non conoscevo - da adolescente ero in fissa con Sasha Grey. Ora, Malvestio è un accademico molto in gamba e il suo personaggio è altrettanto colto e irriverente con un controllo sulla pagina e sulla narrazione incredibile, da vero maestro, ma nella nebbia tra ciò che è fittizio e ciò che non lo è, questo libro mi sembra fornisca una valida spiegazione del linguaggio, delle storie, partendo proprio dal porno e dall’algoritmo che oggi lo governa. Che dire, avete voglia di scoprire quanto si può scavare per conoscere le proprie ossessioni? Questo libro è qua per questo.
Il campeggio coi preti
Rischio di sembrare uno stronzo ma, mi dispiace, Annie Ernaux, premio Nobel 2022, la leggevo già nel 2018, quando era solo roba per letterati di sinistra con una fissa per le prose semplici. Ma non avevo il letto il suo libro più famoso, aka “Memoria di ragazza”. Non vi dirò nulla, sebbene in questo caso c’entri ancora il sesso e la prima volta della giovane Ernaux, che torna su questo evento anni dopo e lo sviscera per 236 pagine. Della trama, semplice come ogni libro grande, non ce ne può fregare di meno. Quel che ci - mi - interessa, è il modo in cui Ernaux sfronda tutto per arrivare al nocciolo della cosa, a quest’uomo che per la prima volta la vede e lei, diciottenne, decide di rimettere a lui tutti il suo corpo e la sua verginità. Ma quell’atto per lei è fondante, è il principale dio del suo pantheon, il centro della sua ricerca sulla memoria, di lei che scrive di sé a distanza di quaranta e passa anni. “O ancora, dovrei continuamente passare da un punto di vista all’altro, da quello del 1958 a quello del 2014? Sogno una frase capace di contenerli entrambi, senza frizioni, grazie al semplice meccanismo di una nuova sintassi.”
La storia della faina
Con molta curiosità, e sempre su consiglio di Andrea Donaera, ho letto il libro che ha segnato la stagione passata, aka “I miei stupidi intenti” di Bernardo Zannoni. Non ho molto da dire su questo libro - molto bella le scene di sesso fra le due faine -, se non che sono Solomon la volpe, l’usuraio, quello che si spaccia per intelligente e che poi in fin dei conti teme la propria morte più di tutto ed è geloso della scrittura. Mi è capitato di raccontare il libro ai miei genitori e, dai loro occhi, ho capito perché è tanto piaciuto. Ma, come dicono alcuni, not my cup of tea, anche se un po’ credo che chiunque abbia ambizioni in questo settore sotto sotto voglia più di tutto scrivere un libro come questo.
Double face
Gennaio è terminato con il bel libro edito Crocetti di Aleksandar Hemon, “I miei genitori/Tutto questo non ti appartiene”. Il titolo è duplice perché sono due libri in uno, uno lo specchio dell’altro. Hemon è emigrato dalla Bosnia allo scoppio della guerra nel ‘92, e si è costruito una vita in America. Un libro sul passato, sulla memoria, sul senso del migrare. Ora, come immaginavo la parte di Hemon non mi è interessata molto, ma la parte sui suoi genitori è così ben scritta e piena, stracolma di oggetti, canti e modi di dire, che all’ultima riga mi sono pure commosso. Una frase su tutte su cui ancora mi interrogo. “In realtà, però, è una storia sulla mia incapacità - pratica ed emotiva - di vedere mio padre e mia madre come persone che non siano i miei genitori.
E abbiamo finito
Dunque, qual era il punto? Ah, i due lupi, la non-fiction contro la fiction. Chi ha vinto? Direi la non-fiction anche a questo giro. È colpa mia? Non so, ma perlomeno ho chiuso l’anno come l’avevo iniziato, ossia fedele a me stesso - che non è poco. Quest’anno proverò a leggere più romanzi - template del meme del clown -, ma anche a leggere meno per riuscire a recuperare il gusto della pura lettura, e non del leggere-perchè-devo-scrivere-e-ho-paura-di-non-farcela.
Arianna, se mi leggi, giuro che rispetterò tutte le consegne.
Da Imprescindibile è tutto, e spero che questo mese sia andato bene! Ci vediamo a febbraio!